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2021 – May – galleria Fidia – Rome
TEMPO INEDITO
Mostra personale a cura di Roberta Melasecca
11 – 29 maggio, 2021
Orari: Lun-Ven 10-13 / 16-19,30
Sabato pomeriggio e domenica chiuso
Via A. Brunetti 49 – ROMA
+39.063612051 +39.3381359307
www.artefidia.com
info@artefidia.com | artefidia@pec.it
Il giorno 11 maggio 2021 dalle ore 16.00 la Galleria Fidia presenta la mostra personale Tempo inedito di Marco Angelini a cura di Roberta Melasecca. L’artista espone un corpus di opere realizzate tra il 2015 e il 2019, molte delle quali mai mostrate al pubblico italiano.
“È un tempo estremamente interessante, un tempo di sospensione nel quale ancora non realizziamo quello che pienamente e assolutamente siamo, l’apparire del destino, come afferma Emanuele Severino con un moto che non è speranza ma certezza, mentre noi continuiamo a dibatterci sull’interpretazione della realtà e sulla volontà che la realtà abbia un significato. [...] È un tempo non conosciuto, il tempo della negazione del destino che dobbiamo inevitabilmente attraversare, per poi arrivare alla verità del tutto, e nel quale appaiono punti privilegiati da cui sembra di scorgere un disegno, una prospettiva (cit. I.Calvino), una visione o miriadi di visioni sempre uguali e sempre diverse che immaginiamo e costruiamo giorno dopo giorno, istante per istante. [...] In questo procedere per limiti, insiemi ed aggregazioni, Marco Angelini struttura un sistema di passaggi e paesaggi identitari che si risolvono in materie e sembianze attraverso un linguaggio che persegue un apparente ordine interiore. Sono paesaggi che contengono paesaggi, che si palesano mano a mano che li si percorre e si fanno animatamente processi determinati dal tempo e dal movimento, in una condizione di trasformazione incessante. Sono paesaggi di rivelazione dove, sempre o solo per un attimo, ognuno può iniziare un percorso di riconoscimento verso un infinitamente oltre il proprio essere come individuo, approdando in una sponda scoscesa ed inedita. [...]
Nelle tre opere centrali, Senza Titolo, Diade e Dicotomia in giallo, l’artista non attiva una memoria passiva ma, attraverso un dispositivo simile a quello del test di Rorschach, fa emergere una memoria che costruisce, seleziona, trasforma, che apre la continuità del futuro (cit. U. Galimberti); ogni immagine innesca, così, l’insieme delle diverse memorie, semantica, episodica, visiva, procedurale, verbale e autobiografica, che fa di noi un ricordo incarnato (cit. M. A. Brandimonte); fissa punti di riferimento spaziali e temporali che permettono di confrontare i ricordi, generare una memoria collettiva ed un’identità che diventa tale in base all’esperienza vissuta e ricordata. Emerse da elaborate transizioni geografiche di figurazioni complementari, le opere in mostra, di medie dimensioni,inducono alla ricerca minuziosa di pluralità di significati distinti, mediati dalla propria personale auto-rappresentazione, e alla possibilità di fermarsi e indugiare in distanze trasversali o inoltrarsi in simultanee superfici, in indeterminati luoghi di appartenenza che possiedono alternativamente le essenze della leggerezza, della rapidità, dell’esattezza, della visibilità, della molteplicità. Nellaserie di opere del ciclo Socks, con un procedimento di significazione e di costruzione di mappe di tempi e memorie, l’artista esplora la leggerezza ludica di oggetti, colori e segni attraverso fotogrammi di stralci di ricordi: il gadget “calzino” della compagnia aerea diventa, così, attivatore di paesaggi mnemonici, spontanei ed imprevedibili, che fondono le stanze assenti della nostra infanzia con le presenze impregnate del presente. [...].” (dal testo critico di Roberta Melasecca)