Magical and mysterious, the dreamcatcher has the power to protect from nightmares and to catch only the good dreams. It is a window that overlooks our most intimate and hidden dimension. This is why we are fascinated by it and, at the same time, we look at it in awe: we know that its thick texture of feathers and beads is imbued with our darkest thoughts and our highest aspirations.
Angelini, with his sharp and ironic mind, transforms an ancient object into its most modern and visionary version. Made with laundry hangers, saved from their ephemeral destiny, these contemporary dream catchers capture small random traces of a past life, carefully wrapped in cellophane to ensure long conservation.
Thanks to their peculiar and immediately recognizable shape, the artist wittily jokes about the instant association between “dreams in the drawer” and “skeleton in the closet”.
Accidental associations of keys that open who knows what, old CDs that contain who knows what music or images, little remains of fabrics of who knows what clothes, Polish letters re-emerged from who knows what conversations.
Angelini’s magical objects are then a sort of memorycatchers, or maybe they are also dreamhangers, made to carefully – and jealously – preserve all those fragments of old memories that emerged from a drawer and that are meant to stay at the bottom of the closet.
Flavia Rovetta
Magico e misterioso, l’acchiappasogni ha il potere di proteggere dagli incubi e di trattenere solamente i sogni buoni. È una finestra che si affaccia sulla nostra dimensione più intima e recondita. Per questo ne siamo affascinati e, al tempo stesso, lo guardiamo con timore reverenziale, consapevoli che la sua fitta trama di piume e perline è intrisa dei nostri pensieri più oscuri e delle nostre aspirazioni più alte.
Angelini, con il suo spirito sagace e ironico, trasforma un oggetto antico nella sua versione più moderna e visionaria. Realizzati con gli appendiabiti da lavanderia, salvati dal loro destino effimero, questi acchiappasogni contemporanei catturano piccole tracce casuali di una vita passata, accuratamente avvolti nel cellophane per assicurarne la lunga conservazione.
Grazie alla loro forma peculiare ed immediatamente riconoscibile, l’artista gioca con arguzia sull'istantanea associazione di sogni nel cassetto-scheletri nell’armadio.
Associazioni fortuite di chiavi che aprono chissà cosa, vecchi cd che contengono chissà quale musica o chissà quali immagini, residui di stoffe di chissà quali abiti, lettere polacche riemerse da chissà quali discorsi.
Gli oggetti magici di Angelini sono allora degli acchiapparicordi, forse degli appendisogni, pensati per conservare con cura, anche con una certa gelosia divertita, tutti quei frammenti di vecchie memorie che, dopo essere riemerse da un cassetto, è meglio lasciar riposare in fondo all’armadio.
Flavia Rovetta
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