
- Vita e Forma
- fenomenologia dell’arte contemporanea / transizione energetica
- transizione ecologica / economia circolare
- Sublimazione – 2021
- Rhizomes – cm 30×30 – 2021
- Longo – 2022 / 2023
- photovoltaic cells cycle – 2021 – cm 90×70
- Razor Blade cycle – 2020 – 2021
- Solar Panels Cycle – 2018 – 2020 – 2021
fenomenologia dell’arte contemporanea / transizione energetica
Reviews
La luce che fa l'opera
Marco Angelini, artista contemporaneo italiano, esplora il rapporto tra luce e materia nella sua produzione astratta,
[ Read more ]La luce che fa l'opera
Marco Angelini, artista contemporaneo italiano, esplora il rapporto tra luce e materia nella sua produzione astratta, ispirandosi a rilevanti percorsi storico-scientifici che riguardano la percezione umana di questo fenomeno. Nelle sue opere, la luce non è soltanto un mezzo espressivo; essa diventa una forza creativa dinamica, capace di plasmare e trasformare la realtà rappresentata, coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza visiva profonda e riflessiva. In questo contesto, la luce agisce spiritualmente, invitando alla contemplazione dell’essenza dell’esistenza, dei limiti della percezione e della natura del tempo.
Angelini si ispira a concetti storici di luce sviluppati da filosofi dell’antica Grecia, come Aristotele e Platone, che cercarono di svelare i misteri della luce e della visione, e da pensatori medievali come Roberto Grosseteste (ca. 1168-1253), per il quale la luce non era solo un fenomeno fisico ma anche metafisico, una forza creativa dell’universo. La luce, nelle sue opere, assume un ruolo centrale, penetrando la materia e conferendole una nuova qualità, in linea con le teorie di Grosseteste, per il quale essa era capace di modellare l’universo.
Angelini affronta quindi il tema della luce come forza che attraversa e modella la struttura dell’opera. Nelle sue creazioni, la luce è dinamica: si espande, si moltiplica e dà forma, seguendo il principio "hoc opus facit" – "questa luce crea l’opera". Riferendosi al fascino storico dell’uomo per le proprietà “magiche” della luce, e alla moderna comprensione della sua duplice natura, sia ondulatoria che corpuscolare, l’artista mostra come la luce dia profondità, dinamismo e forma allo spazio pittorico.
La luce non si limita a illuminare la superficie del dipinto, ma penetra e distende la materia, come suggerito da Grosseteste. Angelini attinge anche a teorie straordinarie del primo Novecento, come la teoria quantistica di Planck e la relatività di Einstein, che hanno rivoluzionato la nostra percezione della luce, del tempo e dello spazio. Le sue opere diventano una mappa della diffusione della luce, dove materia ed energia si intrecciano come fili sulla tela, creando un disegno tridimensionale all’interno di un mezzo bidimensionale.
Utilizzando tecniche e materiali diversi – vernici acriliche, colla, fili, foglie d'oro e d'argento, lastre di rame e celle fotovoltaiche – Angelini manipola la luce, creando effetti visivi che variano a seconda dell’angolo di osservazione, dell’intensità della luce e della percezione dell’osservatore. I suoi dipinti acquisiscono così una molteplicità di strati, invitando lo spettatore a riflettere su come la luce influenzi la percezione della realtà.
La luce, nella sua dimensione simbolica e concreta, diventa protagonista di una riflessione estetica che trascende i confini fisici del mezzo, trasformandosi in metafora di vita, speranza e progresso. Le opere di Angelini riflettono la rapida transizione tecnologica della nostra epoca e affrontano il tema della transizione energetica, suggerendo una narrazione visiva e concettuale complessa e stratificata. Attraverso i suoi lavori, l’artista rappresenta la vitalità e la resilienza della vita, creando un’urgenza nell’illuminare il futuro, non solo in termini di progresso tecnologico, ma anche di evoluzione sociale e culturale verso una comunità più inclusiva.
Nelle sue opere, la luce non è semplicemente un elemento fisico, ma simbolo di una conoscenza in espansione, una consapevolezza ecologica e sociale che abbraccia un concetto più ampio di economia circolare. L’uso della luce come simbolo del futuro evidenzia la tensione tra modernità e sostenibilità, portando un messaggio di ottimismo e armonia tra l’uomo e l’ambiente.
Così come la luce arricchisce lo spazio di significati, l’opera diventa il veicolo di un’idea proiettata verso un miglioramento continuo. Attraverso l’impegno quotidiano dell’artista, possiamo intravedere un futuro in cui la luce, fonte di energia e simbolo di conoscenza, guiderà la nostra civiltà verso un equilibrio e una responsabilità sempre maggiori. La luce nelle opere di Marco Angelini diventa così strumento artistico e simbolico, metafora di un’illuminazione spirituale e forza che dà senso e forma all’esistenza. Le sue opere sono meditazioni sulla luce, sul tempo e sullo spazio, superando i confini della pittura tradizionale e ampliando gli orizzonti dell’arte astratta contemporanea. Esse non rappresentano solo una celebrazione della luce come elemento visivo, ma una riflessione profonda sulla sua importanza come simbolo di un futuro illuminato, capace di abbracciare non solo l’individuo, ma l’intera comunità planetaria.
Jan Kozaczuk
Curatore della mostra
----------------------------------------------------------------------------------------------------------
The light that creates the work
Marco Angelini, a contemporary Italian artist, delves into the relationship between light and matter through his abstract works. His creative process draws inspiration from a rich historical and scientific tradition, mainly focusing on how humans perceive light. In Angelini’s work, light transcends its role as a mere tool of expression; it becomes an active, dynamic force that engages viewers in a deep, reflective visual experience, shaping and transforming the reality it represents. Here, light functions spiritually, inviting contemplation on the essence of existence, the boundaries of perception, and the nature of time.
Angelini is inspired by ancient Greek philosophers like Aristotle and Plato and medieval thinkers such as Robert Grosseteste (c. 1168–1253), who sought to unravel the mysteries of light and vision. For these thinkers, light was both a physical and a metaphysical phenomenon—a creative force that shaped the universe. In Angelini’s works, light assumes a central role, penetrating matter and transforming it in ways that resonate with Grosseteste’s belief that light could model the fabric of the cosmos.
In his artistic exploration, Angelini treats light as a force that not only passes through his work but also actively shapes its structure. His use of light is dynamic: it expands, multiplies, and gives form, embodying the principle of “hoc opus facit”—“this light creates the work.” By drawing on humanity’s historical fascination with the “magical” qualities of light and modern understandings of its dual nature as both wave and particle, Angelini demonstrates how light creates depth, movement, and structure within the painted space.
Light does more than illuminate the surface of his paintings; it penetrates the material and stretches it, echoing Grosseteste’s views. Angelini also incorporates the groundbreaking scientific theories of the 20th century, such as Planck’s quantum theory and Einstein's theory of relativity, which forever changed our understanding of light, time, and space. His works become a kind of map tracing the propagation of light, where matter and energy intertwine like threads on a canvas, creating a three-dimensional drawing within a two-dimensional space.
Using a wide range of materials—acrylics, adhesives, threads, gold and silver leaf, copper plates, and even photovoltaic cells—Angelini manipulates light, creating visual effects that shift depending on the observer’s angle, the intensity of light, and the surrounding environment. This gives his works multiple layers of meaning and invites viewers to reflect on how light shapes our perception of reality.
Light, in its symbolic and physical dimensions, takes center stage as the driving force of an aesthetic that transcends the physical limits of the environment, becoming a metaphor for life, hope, and progress. Angelini’s works reflect the rapid technological transformations of our era, offering a complex and layered narrative that tackles the theme of energy transition. Through his art, he captures the vitality and resilience of life, urging us to illuminate the future—not just in terms of technological progress but also in fostering a more inclusive and socially evolved society.
In Angelini’s creations, light serves not only as a physical element but as a symbol of growing knowledge and ecological awareness, aligned with the principles of a circular economy. Using light as a metaphor for the future, his work delivers a message of optimism and harmony between humanity and the environment, highlighting the tension between modernity and sustainability.
As light enriches space with meaning, Angelini’s art becomes a vehicle for envisioning continuous improvement. Through his daily dedication, we glimpse a future where light—an energy source and a symbol of enlightenment—guides our civilization towards more excellent balance and responsibility. In this way, light in Marco Angelini’s work transforms into an artistic and symbolic tool, embodying the power that gives form and meaning to existence. His works invite us to meditate on light, time, and space, pushing beyond the boundaries of traditional painting and expanding the horizons of contemporary abstract art. Ultimately, they celebrate light as a visual element and a profound symbol of an enlightened future that embraces both the individual and the global community.
Jan Kozaczuk
Exhibition Curator
Translation into English: Romina Fucà
[ Read less ]