
- Vita e Forma
- fenomenologia dell’arte contemporanea / transizione energetica
- transizione ecologica / economia circolare
- Sublimazione – 2021
- Rhizomes – cm 30×30 – 2021
- Longo – 2022 / 2023
- photovoltaic cells cycle – 2021 – cm 90×70
- Razor Blade cycle – 2020 – 2021
- Solar Panels Cycle – 2018 – 2020 – 2021
Vita e Forma
Reviews
MARCO ANGELINI
Vita e Forma
Vita e forma: se non conosci qualcosa, prova a scoprirlo
[ Read more ]
MARCO ANGELINI
Vita e Forma
Vita e forma: se non conosci qualcosa, prova a scoprirlo
Marco Angelini è un artista di eccezionale sensibilità, la cui ricerca creativa si concentra sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale. La mostra intitolata Vita e Forma invita a un’analisi approfondita di come le forme astratte possano riflettere la nostra comprensione e la nostra esperienza della vita, sia nella sua natura dinamica che in quella statica.
Ispirandosi all’astrazione biomorfica, Angelini cerca nell’arte risposte alle domande sul rapporto tra la civiltà umana e la natura. Le ventinove opere esposte formano un insieme ben articolato di nove serie e rappresentano diverse fasi della sua produzione artistica. Esse costituiscono una riflessione coerente sui cicli della natura, in cui vita e forma si intrecciano in un costante movimento di rinascita e transitorietà. Angelini pone l’accento su temi come lo sviluppo sostenibile, la tutela delle specie e la possibilità di invertire i processi naturali, evidenziando al contempo il ritmo nascosto della natura, dove armonia e caos convivono.
La dualità della materia e il simbolo del cerchio
Il motivo centrale delle opere di Marco Angelini è l’astrazione biomorfica, la cui estetica unica introduce lo spettatore in un mondo ambiguo e simbolico. Facendo riferimento ad antichi concetti sulla natura ciclica della vita, l’artista esplora la forma del cerchio, simbolo di pienezza, infinito e armonia. Come osserva il filosofo Vittorio Marchi, il cerchio è associato all’eternità, all’immutabilità e all’assenza di inizio e fine. Nelle opere di Angelini, il cerchio diventa portatore di significati metafisici, richiamando l’idea di continuità e del ciclo ininterrotto della vita.
Nel contesto della mostra, il cerchio appare non solo come simbolo della vita, ma anche come espressione della complessità dell’interazione tra uomo e natura. Per Angelini, il rapporto reciproco tra sfera urbana e naturale è inscindibile. Nello spazio urbano, le persone cercano costantemente di ricreare ambienti naturali, e il lavoro dell’artista è una risposta a questo desiderio di comprensione e ricreazione delle forme naturali. In Dicotomia in giallo (2017), Angelini utilizza il fenomeno del miraggio, per cui l’opera si trasforma a seconda della percezione dello spettatore. Allo stesso modo, nella serie Buste da lettera, i sei dipinti intitolati Singapore Dreams, che includono il simbolo del cerchio, evocano la comunità urbana e dimostrano, attraverso colori e motivi biomorfici, la possibilità di interpretazioni artistiche differenti per uno stesso oggetto.
Se non conosci qualcosa, prova a scoprirlo – Podlasie come ispirazione, dove l’arte crea un ponte tra l’uomo e il mondo naturale
La regione della Podlasie, con la sua natura incontaminata e la sua ricca cultura, rappresenta per Angelini una fonte d’ispirazione unica. I paesaggi maestosi, l’aria pura, i parchi nazionali e le riserve naturali di questa zona hanno ispirato molte delle sue opere. Attraverso composizioni astratte e riferimenti all’acqua, dipinti come La terra dei laghi della Masuria, Gli Stati dell’acqua ed Ebollizione (2015) esprimono la fluidità e l’energia di questo elemento, che per Angelini ha sia un significato allegorico che spirituale.
In opere come Il mistero delle piramidi (2023), caratterizzate da una flotta di oggetti geometrici fluttuanti, o nella serie Arte e Natura, dove rami di piante spinose sono integrati con pigmenti e oro, Angelini esplora l’intersezione tra natura e simbolismo astratto. Queste creazioni portano lo spettatore in un mondo di armonia, rispecchiando il ritmo ciclico della natura.
Nella serie Labirinto, Angelini crea un sistema complesso che genera disorientamento, un gioco visivo che sviluppa tensione narrativa e crea mistero. Opere come Labirinto o verso il metaverso, Sguardi severi e Vie d’uscita (2022) traggono ispirazione dalla struttura degli alberi, dalla geometria dei campi o dai colori vibranti delle specie di uccelli selvatici. L’artista riflette la coesistenza di dinamismo e immobilità nella natura, ricordando che ogni elemento naturale è soggetto a cicli inarrestabili, in cui non c’è ribellione ma continua rinascita.
Il colore come simbolo di vita
L’uso consapevole del colore in tutte le serie presentate in mostra gioca un ruolo centrale nel lavoro di Marco Angelini, diventando un mezzo privilegiato per esprimere emozioni profonde e pulsazioni di vita. Il blu, ricorrente nelle sue opere, invita a riflettere sulla vita, sulla sua mutevolezza e sulla continua rinascita. Seguendo le orme della fenomenologia, filosofia del XX secolo, Angelini esplora nei suoi dipinti del 2024 – Orsi polari, Un gabbiano in fuga, Can che abbaia non morde e Quanto è profondo il mare – il colore come punto di partenza per ciò che appare agli occhi dell’osservatore. Per l’artista, il colore è veicolo di emozioni che il pubblico può interpretare liberamente, conferendo alle opere un’ambiguità fertile e una straordinaria apertura a interpretazioni individuali.
Frammenti di vite vissute
Attraverso la tecnica mista e l’assemblaggio di oggetti prodotti dall’azienda Longo, Angelini trasforma elementi comuni, apparentemente privi di valore artistico intrinseco, in potenti simboli di memoria. Opere come Logo Longo e Immersione culturale rappresentano una profonda riflessione sul potenziale narrativo degli oggetti. Questi, impregnati di vissuti personali, emozioni e storie di coloro che li hanno usati, vengono trasfigurati in arte. Angelini cristallizza il tempo: assemblando tali oggetti sulle sue tele, dona loro un’aura di eternità. Non si tratta più di meri frammenti materiali, ma di simboli universali, custodi di esperienze e pensieri che, attraverso il filtro dell’arte, assumono significati nuovi e universali. Le sue opere non sono solo pezzi d’arte, ma contenitori di storie umane che si proiettano nel futuro.
L’arte di Angelini come invito alla riflessione
La mostra Vita e Forma non è solo un’esperienza estetica, ma un invito a una riflessione profonda sul nostro ruolo nel mondo, sia nel contesto naturale che in quello sociale. Se non conosci qualcosa, prova a scoprirlo diventa un’esortazione a esplorare l’universo intellettuale dell’artista, che attraverso l’arte supera i limiti della comprensione razionale della realtà. La sua visione futuristica e fiabesca, intrisa di elementi surreali, trasporta il pubblico in un’immaginaria percezione supersensoriale.
Nelle opere ultramoderne del 2024, come Homo sapiens, Ford o Invasione aliena – caratterizzate da sigilli automobilistici intenzionalmente applicati sulla tela, colori espressivi e forme antropomorfe insolite – Angelini stimola le funzioni cognitive dello spettatore, incitandolo a interpretare continuamente il futuro. L’artista ci invita ad avanzare senza conoscere le risposte, esplorando l’ignoto tanto in senso fisico quanto spirituale. La sua arte diventa un ponte tra il visibile e l’invisibile, suggerendo l’esistenza di molteplici realtà pronte per essere scoperte. Un esempio emblematico è My floppy disk (2024), un’opera che cattura su pellicola fotografica in movimento le infinite storie dell’umanità.
La mostra di Marco Angelini si rivela una profonda meditazione su natura, arte e vita, dimostrando come ciò che è astratto possa essere straordinariamente vicino a ciò che è reale, radicato nella nostra esistenza.
Jan Kozaczuk
Curatore della mostra
__________________________________________________________________
MARCO ANGELINI
Życie i Forma
Życie i Forma – jeśli czegoś nie wiesz, spróbuj to poznać
Marco Angelini to artysta o wyjątkowej wrażliwości, który twórcze poszukiwania koncentruje na relacji między człowiekiem a środowiskiem naturalnym. Wystawa pt. Życie i Forma jest zaproszeniem do wnikliwego badania, jak abstrakcyjne kształty mogą odzwierciedlać nasze zrozumienie i doświadczenie życia – zarówno w jego dynamicznym, jak i statycznym charakterze.
Angelini, zainspirowany biomorficzną abstrakcją, poszukuje w sztuce odpowiedzi na pytania dotyczące związków między ludzką cywilizacją a naturą. Dwadzieścia dziewięć dzieł prezentowanych na wystawie tworzą przemyślany układ dziewięciu serii, które pochodzą z różnych etapów jego twórczości. Są spójną refleksją nad cyklami natury, gdzie życie i forma splata się w nieustannym ruchu odrodzenia i przemijania. Angelini zwraca naszą uwagę na kwestie zrównoważonego rozwoju, ochrony gatunków oraz możliwości odwracania naturalnych procesów, podkreślając jednocześnie, że przyroda kryje w sobie rytm, w którym tkwi zarówno harmonia, jak i chaos.
Podwójność materii i znak okręgu
Centralnym motywem prac Marco Angeliniego jest biomorficzna abstrakcja i wyróżniająca ją estetyczność, która wprowadza odbiorcę w wieloznaczny świat symboli. Odwołując się do starożytnych koncepcji cykliczności życia, artysta eksploruje kształt okręgu – symbol pełni, nieskończoności i harmonii. Forma ta, jak tłumaczy filozof Vittorio Marchi, jest związana z wiecznością, niezmiennością i brakiem początku ani końca. W twórczości Angeliniego okrąg staje się nośnikiem metafizycznych znaczeń, które odnoszą się do ciągłości i nieprzerwanego cyklu życia.
W kontekście wystawy, okrąg pojawia się nie tylko jako symbol życia, ale także jako wyraz złożoności interakcji między człowiekiem a naturą. Wzajemne relacje tych dwóch sfer – miejskiej i naturalnej – są dla Angeliniego nierozdzielne. W przestrzeni miejskiej człowiek nieustannie stara się odtworzyć naturalne środowiska, a twórczość artysty stanowi odpowiedź na pragnienie zrozumienia i odtworzenia form przyrody. Tak jak na obrazie pt. Dychotomia w żółci z roku 2017, w którym artysta wykorzystuje zjawisko mirażu, w wyniku którego dzieło malarskie przybiera dowolne kształty w zależności od percepcji odbiorcy. Również seria Koperty czy cykl sześciu obrazów pt. Singapurskie marzenia z symbolem okręgu, nawiązują do miejskiej wspólnoty, która za pomocą kolorów i biomorficznych wzorów świadczy o możliwości plastycznej interpretacji tego samego obiektu na różne sposoby.
Jeśli czegoś nie wiesz, spróbuj to poznać – Podlasie jako inspiracja, gdzie sztuka tworzy most między człowiekiem a światem naturalnym
Podlasie, z jego dziewiczą przyrodą i bogatą kulturą, jest dla Angeliniego miejscem szczególnym. Z majestatycznymi krajobrazami, czystym powietrzem, parkami narodowymi i rezerwatami, od dawna stanowi źródło inspiracji dla artysty. Ciekawią go rytmy natury, które poprzez abstrakcyjne kompozycje, jak i odniesienia do żywiołu wody znajdują odzwierciedlenie w obrazach z 2015 roku Kraina jezior mazurskich, Stan wody i Wrzenie. Prace te ukazują siłę płynności i energii wody, które dla Angeliniego mają zarówno alegoryczne, jak i duchowe znaczenie. Artysta wyraża w nich bogactwo i złożoność świata naturalnego, a także jego piękno i ulotność. Dzieła Tajemnice piramid z roku 2023 z flotą unoszących się geometrycznych obiektów lub seria dwóch obrazów Sztuka i Natura, w której artysta wykorzystał martwe kolczaste gałęzie
roślin umocowane kleistą substancją z zawartością pigmentnu i złota, mogą być apoteozą życia, gdzie natura tchnie abstrakcyjną symboliką. Jego prace przenoszą nas w świat harmonii i powtarzalności rytmu przyrody.
W serii Labirynt złożony system lub układ powodujący dezorientację prawdopobnie jest początkiem jakiejś gry, w której wypracowane przez artystę indywidualne środki wyrazu wyzwalają narracyjne napięcie, kreują tajemniczość i iluzję nieskończoności, jak chociażby na obrazach Labirynt lub w stronę metaświat, Surowe spojrzenia i Wyjścia z 2022 roku. Odbiorca może dostrzec inspiracje zaczerpnięte z obserwacji natury – struktury drzew, geometryczny układ pól lub bogactwo barw koegzystujących wielu gatunków dzikich ptaków. Artysta w wyjątkowy sposób oddaje dynamikę i bezruch, które współistnieją w świecie, przypominając, że wszystko w przyrodzie podlega cyklicznym przemianom, w której nie ma miejsca na bunt, jest tylko odradzanie się w rytmie wyznaczonym przez jej siły.
Kolor jako symbol życia
Świadomie użyty kolor we wszystkich prezentowanych na wystawie seriach odgrywa kluczową rolę w twórczości Angeliniego, stanowiąc medium, które wyraża głębokie emocje i pulsację życia. Niebieski, który często pojawia się w jego pracach, staje się punktem wyjścia do refleksji nad życiem, jego zmiennością i ciągłym odradzaniem się. Podążając śladem fenomenologii, XX-wiecznej filozofii, zauważamy, że w serii najnowszych obrazów z 2024 roku pod tytułem Polarne niedźwiedzie, Mewa w biegu, Pies, który szczeka, nie gryzie lub Jak głębokie jest morze niebieski jest pretekstem do tego co się komu jawi. Dla artysty kolor jest nośnikiem emocji, który odbiorca może dowolnie interpretować, co nadaje jego pracom wieloznaczności i otwartości na indywidualne odczytania.
Fragmenty minionych żyć
Dzięki wykorzystaniu techniki mieszanej oraz montażu na płótnie obiektów wyprodukowanych przez firmę Longo, Angelini umiejętnie uwzniośla zwyczajne, pozornie pozbawione artystycznej wartości elementy, przekształcając je w nośniki pamięci.
Dwie prace Angeliniego, Logo Longo i Zanurzenie kulturowe, stanowią głęboką refleksję nad narracyjnym potencjałem przedmiotów. Te, używane przez osoby, które je wybrały, są nasycone osobistymi przeżyciami, emocjami i historiami, a następnie przekształcone w sztukę. Artysta dokonuje procesu krystalizacji czasu: montując te przedmioty na płótnach, nadaje im aurę wieczności. Nie są to już zwykłe obiekty, ale symbole, fragmenty przeżytych żyć, które stają się nośnikami przyszłych interpretacji.
Jego prace to nie tylko dzieła sztuki, ale także archiwum doświadczeń, myśli i historii, które, poprzez artystyczny filtr, stają się uniwersalne.
Sztuka Angeliniego jako zaproszenie do refleksji
Wystawa Życie i Forma to nie tylko estetyczne doświadczenie, ale również zaproszenie do głębszej refleksji nad naszym miejscem w świecie, zarówno w kontekście natury, jak i społeczeństwa. Jeśli czegoś nie wiesz, spróbuj to poznać to zachęta do zgłębienia intelektualnego świata artysty, który poprzez sztukę nie tylko wykracza poza granice racjonalnego pojmowania rzeczywistości, ale jego futurystyczne, bajkowe, surrealistyczne wizje wciągają jak medium w wyimaginowane nadzmysłowe postrzeganie. W ultranowoczesnych pracach z 2024 roku pt. Homo sapiens, Ford czy Inwazja obcych z intencjonalnie umocowanymi uszczelkami samochodowymi na płótnie wyrazistość kolorów i niezwykłe antropomorficzne formy mobilizują funkcje kognitywne do nieprzerwanego interpretowania przyszłości.
Angelini zachęca nas do tego, abyśmy, nie znając odpowiedzi, podążali naprzód – eksplorowali nieznane przestrzenie, zarówno w sensie fizycznym, jak i duchowym. Jego sztuka jest bowiem mostem między tym, co widzialne, a tym, co ukryte, sugerując istnienie wielu rzeczywistości, które czekają na odkrycie, podobnie jak na obrazie pt. My floppy disk z 2024 r., który jest zapisem na kliszy fotograficznej poruszających, bezkresnych ludzkich historii.
Wystawa Marco Angeliniego stanowi głęboką refleksję nad naturą, sztuką i życiem, pokazując, że to, co abstrakcyjne, może być najbliżej tego, co prawdziwe i głęboko zakorzenione w naszej egzystencji.
Jan Kozaczuk
Kurator wystawy
__________________________________________________________________
I. Serie Dicotomia
La dicotomia è la divisione di un’entità in due parti (una diade) che non necessariamente si escludono in modo dualistico, ma che possono anche risultare complementari. Quando non si lascia spazio a una terza possibilità, si parla di terzo escluso. Tuttavia, esiste sempre la possibilità di un terzo includente.
Nella mia ricerca, ho esplorato il concetto di dicotomia in molteplici forme e contesti. Essa implica una divisione in parti contrastanti o opposte, come naturale e artificiale, ordine e caos, realtà e finzione. Tuttavia, nelle mie opere, la dicotomia non è mai rigida né definitiva: ho voluto sfidare la visione binaria, mostrando come le linee di confine tra opposti siano spesso fluide e ambigue.
Ad esempio, l’esplorazione della dicotomia tra natura e tecnologia evidenzia come questi due mondi, apparentemente inconciliabili, si intrecciano e coesistono. Anche l’idea di identità emerge attraverso dicotomie, illuminando le tensioni tra individuale e collettivo, interiore ed esteriore.
Questa prospettiva invita il pubblico a riflettere sulla complessità delle opposizioni e sulla possibilità di coesistenza e integrazione delle differenze. Le dicotomie non sono solo un mezzo per creare tensione visiva, ma diventano uno strumento per indagare la complessità della condizione umana e delle società moderne.
Il concetto di dicotomia nell’arte contemporanea è ricco e sfaccettato, poiché offre uno spazio per riflettere sulle tensioni, le armonie e le ambiguità che caratterizzano il mondo in cui viviamo.
II. Serie Opere con Guarnizioni per Automobili
Le guarnizioni automobilistiche, solitamente associate al mondo dell’industria e della meccanica, assumono un nuovo significato nei miei ultimi lavori. In essi, questi elementi vengono reinterpretati come materiali dotati di un forte valore simbolico ed estetico.
Questi componenti tecnici e funzionali si trasformano in strumenti di esplorazione artistica attraverso il loro utilizzo in assemblaggi. Ho scelto di integrare oggetti industriali per mettere in discussione le convenzioni su cosa possa essere considerato arte, creando opere che fondono la produzione di massa con la creatività artistica.
Le guarnizioni, con le loro forme circolari, lineari o complesse, evocano concetti come confine, separazione e connessione. In particolare, esse diventano metafore di interfacce tra mondi diversi: fisici, concettuali o sociali. La loro integrazione nelle opere riflette una tendenza a valorizzare materiali quotidiani e industriali, evidenziando come la loro funzione originaria possa essere sovvertita e ri-significata.
Questo approccio non solo sfida i confini tra arte e non-arte, ma invita anche lo spettatore a considerare il potenziale estetico e narrativo di oggetti apparentemente banali.
Le guarnizioni automobilistiche assemblate nelle mie opere rappresentano un esempio di trasformazione di elementi comuni in strumenti espressivi potenti. Questi materiali acquisiscono nuovi significati e si pongono in dialogo con temi più ampi e universali, creando un ponte tra il quotidiano e il trascendente.
III. Serie: Temi della Fenomenologia nell’Arte Contemporanea
Questa serie offre un panorama ricco e diversificato per comprendere l’arte non solo come oggetto, ma come esperienza vissuta. La percezione, il corpo, lo spazio e il tempo giocano un ruolo cruciale nella costruzione del significato e nell’interazione tra l’opera e l’osservatore. Attraverso queste dimensioni, la fenomenologia dell’arte contemporanea consente di esplorare il dialogo tra l’artista e il pubblico, trasformando ogni opera in un’esperienza sensoriale e intellettuale unica.
IV. Serie: Piramidi
Il tema delle piramidi, con il loro fascino misterioso, è stato reinterpretato nell’arte contemporanea come simbolo ricco di significati storici, culturali ed estetici. Questi monumenti, soprattutto quelli egizi, evocano mistero, trascendenza e connessione con l’aldilà, temi che trovano nuova vita in contesti artistici moderni e provocatori.
Nelle mie opere, la forma piramidale diventa un potente strumento concettuale per affrontare questioni come il tempo, la memoria e l’immortalità. Le piramidi, costruite per durare millenni, riflettono sulla relazione tra l’uomo e il tempo, sulla fragilità della memoria collettiva e sulla tensione tra mortalità e aspirazione all’eternità.
In questo contesto, la piramide non è solo un simbolo del passato, ma una metafora che si collega a questioni contemporanee, come l’incertezza esistenziale e la ricerca di significato. Ad esempio, opere che esplorano le piramidi sottolineano il contrasto tra la solidità di queste forme e le complessità del mondo moderno, offrendo un ponte tra il passato remoto e i temi universali del presente.
V. Serie: Labirinto
Il labirinto, con la sua struttura intricata e affascinante, è un archetipo che da millenni cattura l’immaginazione umana. Nell’arte contemporanea, esso viene reinterpretato per esplorare temi legati all’identità, alla memoria, alla percezione e alla condizione umana.
Nelle mie opere, il labirinto rappresenta spesso un viaggio interiore, simbolo della ricerca di sé e della complessità dell’esperienza umana. È un percorso tortuoso che riflette il disorientamento esistenziale e la lotta per trovare un significato in un mondo caotico. In questo spazio fisico e psicologico, lo spettatore è invitato a perdersi per ritrovarsi, esplorando i limiti della propria percezione e consapevolezza.
Il labirinto è anche una metafora della memoria: la sua struttura richiama il modo in cui i ricordi vengono archiviati, spesso in modo non lineare ma caotico, proprio come accade nella mente umana.
Nell’era digitale, il labirinto diventa un simbolo della navigazione nel cyberspazio, rappresentando la complessità delle reti di informazioni e le dinamiche dell’interazione virtuale. Attraverso questa metafora, rifletto sul disorientamento e sull’alienazione tipiche dell’epoca dell’informazione, ponendo domande sulle sfide e le opportunità dell’era digitale.
Il labirinto diventa quindi, per me, uno spazio di esperienza, riflessione e trasformazione, che risuona profondamente con le incertezze e le sfide del mondo contemporaneo.
VI. Serie: Buste da Lettera - Storie di Singapore
Questo ciclo di opere, realizzato nel 2017, è nato dall’utilizzo di buste da lettera raccolte durante un’arte fiera a Singapore. In Oriente, e in particolare in Giappone, si attribuisce un’attenzione quasi morbosa alla carta, un comportamento che, pur sembrando esagerato, consente di scoprire materiali di straordinaria bellezza.
Le buste da lettera, inizialmente non subito riconoscibili, sono state cristallizzate nei quadri con colla vinilica e filo da cucire, creando un dialogo evocativo con storie di luoghi lontani. Ogni busta contiene un sigillo, un marchio circolare che richiama l’armonia e ricorda l’uso della ceralacca nel passato. Questa forma simbolica diventa un ponte tra tradizione e modernità, evocando al contempo memoria e trasformazione.
VII. Serie: Arte e Natura
La mia ricerca su arte e natura mi ha portato a raccogliere elementi naturali come rami portati dal mare in inverno, foglie verdi cadute per il vento, e materiali organici destinati alla decomposizione. Questi frammenti vengono successivamente integrati sulla tela per rappresentare la mutevolezza della natura e il tentativo di replicarne l’origine, il dinamismo e la staticità.
In alcuni casi, l’assemblaggio di elementi naturali e urbani dà vita a paesaggi ambivalenti, dove il confine tra ciò che è naturale e ciò che è artificiale si dissolve. Tronchi d’albero, assimilabili a parti del corpo umano in trasformazione, e materie organiche soggette a continui mutamenti diventano metafore visive della fragilità e dell’interconnessione tra tutte le forme di vita.
La relazione critica tra essere umano e ambiente naturale è un tema centrale nell’arte contemporanea, e attraverso le mie opere ho cercato di sviluppare un dialogo che esplori la bellezza, la fragilità e la sostenibilità del nostro ecosistema. Non mi limito a rappresentare la natura: la utilizzo come materia prima, mostrando come possa essere tanto soggetto quanto collaboratore nell’opera d’arte.
Con un approccio concettuale e critico, affronto temi come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, dimostrando come l’arte possa fungere da catalizzatore per una maggiore consapevolezza ambientale e per stimolare il dibattito pubblico. In questo modo, le mie opere non solo celebrano la bellezza del mondo naturale, ma invitano a ripensare il nostro ruolo come esseri umani in un ecosistema complesso e interdipendente.
Opera: Pop Doberman
Il Pop Doberman unisce l’estetica della Pop Art con l’iconografia del doberman, una razza canina simbolo di forza ed eleganza. Questa fusione rappresenta un’ironica riflessione sulla cultura contemporanea, che spesso esalta immagini di potere e controllo trasformandole in simboli di status.
L’inserimento del doberman in un contesto pop, con i suoi colori vivaci e la stilizzazione tipica del movimento artistico, serve a criticare la fascinazione per il dominio e la sicurezza che caratterizza la società moderna. L’animale diventa un simbolo delle ansie e paure collettive, incarnando il bisogno di controllo e protezione in un’epoca di incertezze.
Attraverso l’estetica della Pop Art, il doberman viene reinterpretato per esplorare temi complessi come potere, paura e cultura popolare. L’opera utilizza l’immagine riconoscibile di questo cane per creare un contrasto tra la brillantezza dell’estetica pop e le dinamiche sociali sottese, trasformandolo in un simbolo che parla delle tensioni del nostro tempo.
VIII. Serie: Water Painting
L’acqua, come elemento simbolico e materiale, occupa un ruolo centrale nella mia arte. È una forza che esplora la vita, la spiritualità, il cambiamento climatico, la memoria e il fluire del tempo. Questo elemento, per sua natura versatile e trasformabile, crea forme e significati che coinvolgono l’osservatore in modo profondo e multiforme.
In alcune delle mie opere, l’acqua diventa simbolo di vita, fertilità e rinascita. Allo stesso tempo, risponde alle preoccupazioni globali legate al cambiamento climatico e alle crisi ambientali. Attraverso queste opere, intendo sensibilizzare il pubblico sulla fragilità del nostro ecosistema e sull’urgenza di proteggere le risorse idriche del pianeta.
L’acqua è anche un potente veicolo di memoria e storia. In molte culture, è associata al passato, al tempo che scorre e alla memoria collettiva. Questi lavori evocano nostalgia, ricordi e il continuo fluire del tempo.
Lontano dall’essere un semplice elemento naturale, l’acqua si rivela un simbolo poliedrico e ricco di significati, che mi permette di esplorare una vasta gamma di temi, dall’ecologia alla spiritualità. Con queste opere, invito gli spettatori a riflettere sulla condizione umana, sulla natura e sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda.
IX. Serie: Longo
Le due opere Immersione culturale e Logo Longo, realizzate nel 2022, sono state esposte a Bologna durante una mia mostra personale intitolata Dall’Industria alle opere di Marco Angelini, allestita presso il Museo del Patrimonio Industriale.
In questa serie, l’interazione tra arte e quotidianità diventa il fulcro della mia ricerca creativa. Le opere, ispirate alla storia dell’azienda Longo, rappresentano non solo un omaggio a Giorgio Longo, figura di spicco durante il boom economico italiano, ma anche un’indagine sulla capacità degli oggetti trasformati di esistere oltre il loro uso originario.
Attraverso il processo artistico, questi oggetti vengono trasfigurati, svincolandosi da un significato unico e diventando aperti a infinite interpretazioni. Le opere si collocano così in un dialogo atemporale, rivelandosi strumenti di riflessione e reinterpretazione attraverso le epoche.
__________________________________________________________________
I. Seria Dychotomia
Dychotomia to podział jednej całości na dwie części (stanowiące diadę), które niekoniecznie wzajemnie się wykluczają, lecz mogą być komplementarne. Dychotomia może nie zostawiać miejsca na trzecią opcję, wtedy mówimy o jej wykluczeniu. Jednak w dychotomii istnieje również możliwość uwzględnienia trzeciego elementu.
Starałem się badać pojęcie dychotomii w różnych formach i kontekstach. Dychotomia oznacza podział na dwie przeciwstawne lub sprzeczne części, takie jak naturalne i sztuczne, porządek i chaos, rzeczywistość i fikcja.
Dychotomie nie są jedynie środkiem do tworzenia napięcia wizualnego, ale także stanowią narzędzie do zgłębiania złożoności ludzkiej kondycji oraz współczesnych społeczeństw, co wyraziłem w moim malarstwie.
Na przykład eksploracja dychotomii między naturą a technologią pozwoliła mi ukazać, jak te dwa światy, pozornie przeciwstawne, splatają się i współistnieją. Także pojęcie tożsamości zostało zbadane poprzez dychotomie, w których starałem się ukazać napięcie między jednostką a zbiorowością, wnętrzem a zewnętrzem.
Dychotomia w moich pracach nie jest przedstawiana jako sztywna czy ostateczna opozycja. Starałem się raczej kwestionować binarne spojrzenie na dychotomie, pokazując, jak granice między przeciwieństwami są często płynne i niejednoznaczne. To podejście zachęca widza do refleksji nad złożonością opozycji oraz możliwością współistnienia i integracji różnic.
Koncepcja dychotomii we współczesnej sztuce to bogaty i wielowymiarowy temat, który pozwala zgłębiać złożoną i często sprzeczną naturę rzeczywistości.
Dychotomie oferują nam przestrzeń do refleksji nad napięciami, harmonią i niejednoznacznościami, które charakteryzują świat, w którym żyjemy.
II. Seria dzieła z uszczelkami samochodowymi
Uszczelki samochodowe są zazwyczaj kojarzone z przemysłem i mechaniką. Znalazły one swoje miejsce w moich najnowszych pracach, gdzie zostały przekształcone w materiały pełne symbolicznego i wizualnego
znaczenia. W tym kontekście uszczelki, ze swoją techniczną i funkcjonalną naturą, stają się elementami eksploracji estetycznej i są wykorzystywane w różnych zestawieniach.
Postanowiłem użyć tych przemysłowych obiektów, aby zakwestionować konwencje dotyczące tego, co może być uznane za sztukę, tworząc dzieła łączące świat masowej produkcji z kreatywnością artystyczną. Uszczelki, ze swoimi okrągłymi, liniowymi lub złożonymi kształtami, mogą przywoływać na myśl idee granicy, separacji i połączenia.
W szczególności te elementy mogą być postrzegane jako metafory interfejsów między różnymi światami: fizycznymi, konceptualnymi czy społecznymi. Ich integracja w dziełach sztuki odzwierciedla tendencję do docenienia codziennych i przemysłowych materiałów, zwracając uwagę na to, jak ich pierwotna funkcja może zostać odwrócona, nadając nowego znaczenia. To podejście nie tylko kwestionuje granicę między tym, co sztuką jest, a co nie jest, ale również zachęca widza do rozważenia estetycznej i narracyjnej wartości pozornie banalnych obiektów.
Uszczelki samochodowe w moich pracach stanowią przykład przekształcenia, za pomocą wypracowanych środków wyrazu, zwykłych przedmiotów w potężne obiekty naładowane nowymi znaczeniami i zdolne do dialogu z szerszymi, uniwersalnymi tematami.
III. Seria związana z niektórymi tematami poruszanymi przez fenomenologię sztuki współczesnej
Seria oferuje bogaty i zróżnicowany obraz pozwalający zrozumieć sztukę nie tylko jako obiekt, ale także jako przeżywane doświadczenie, w którym percepcja, ciało, przestrzeń i czas odgrywają kluczową rolę w budowaniu znaczenia i interakcji między dziełem a obserwatorem.
IV. Seria Piramidy
Temat piramid i ich tajemnicy był wielokrotnie podejmowany i reinterpretowany w różnorodnych formach we współczesnej sztuce, gdzie piramidy są wykorzystywane zarówno jako symbole nasycone znaczeniem historycznym i kulturowym, jak i elementy estetyczne, które przywołują tajemniczość, potęgę i duchowość.
Piramidy, zwłaszcza te egipskie, od zawsze kojarzone są z ideami tajemnicy, transcendencji i łączności z zaświatami. We współczesnej sztuce ten symbolizm jest często eksplorowany w nowy i prowokacyjny sposób. Piramidy mogą reprezentować tajemnicę istnienia, poszukiwanie sensu lub próbę zrozumienia tego, co niepoznawalne.
Wykorzystałem formę piramidy, aby przywołać te tematy, często w kontekście odzwierciedlającym niepewności i złożoności współczesnego świata.
Piramidy w moich pracach są narzędziami konceptualnymi do badania takich tematów jak czas, pamięć i nieśmiertelność. Na przykład piramidy, które zostały zbudowane, aby przetrwać tysiąclecia, mogą być wykorzystywane do refleksji nad relacją między człowiekiem a czasem, nad kruchością pamięci zbiorowej oraz nad napięciem między ludzką śmiertelnością a dążeniem do nieśmiertelności.
Piramidy są więc przekształcane i reinterpretowane, stając się nie tylko symbolami przeszłości, ale także istotnymi metaforami współczesnych problemów.
V. Seria Labirynt
Temat labiryntu we współczesnej sztuce jest bogaty w znaczenia symboliczne i konceptualne.
Labirynt ze swoją skomplikowaną i zawiłą strukturą jest archetypem, który fascynował ludzkość przez tysiąclecia, a we współczesnej sztuce jest reinterpretowany w celu badania kwestii tożsamości, pamięci, percepcji oraz kondycji ludzkiej.
W moich pracach labirynt jest często używany jako metafora podróży wewnętrznej, poszukiwania samego siebie i złożoności ludzkiego doświadczenia. Jest wykorzystywany do przedstawienia krętej ścieżki osobistego odkrycia, egzystencjalnego zagubienia i walki o znalezienie sensu w chaotycznym świecie. Labirynt staje się przestrzenią fizyczną i psychologiczną, w której odwiedzający jest zaproszony do zgubienia się i ponownego odnalezienia siebie.
Labirynt jest także związany z pamięcią, a jego struktura może przywoływać ludzkie umysły oraz sposób, w jaki wspomnienia są gromadzone, często w sposób chaotyczny i nielinearny.
W erze cyfrowej labirynt reprezentuje doświadczenie nawigacji w cyberprzestrzeni, sieci informacji oraz złożoność interakcji cyfrowych, ukazując dezorientację i alienację w epoce informacji.
Labirynt według mnie staje się zatem miejscem doświadczenia, refleksji i transformacji, które głęboko rezonuje z wyzwaniami i niepewnościami współczesnego świata.
VI. Seria Koperty – Historie z Singapuru
Do stworzenia tego cyklu prac z 2017 roku użyłem koperty, które zebrałem podczas targów sztuki w Singapurze. Japonia, a szczególnie cały Daleki Wschód, ma obsesyjny wręcz stosunek do papieru. To niemal przesadne zachowanie, które jednak pozwala znaleźć na Wschodzie przepiękne papiery.
Koperty, które nie są od razu rozpoznawalne, utrwaliłem w obrazach razem z klejem winylowym i nitką do szycia, z zamiarem przywołania historii z innych miejsc.
W każdej kopercie znajduje się oznaczenie, znak utworzony za pomocą okręgu, który symbolizuje harmonię i przywodzi na myśl dawną woskową pieczęć.
VII. Seria Sztuka i Natura
Moje badania nad sztuką i naturą skłaniają mnie do zbierania gałęzi drzew przyniesionych przez morze zimą, zielonych liści opadłych przez wiatr, suchych gałęzi i innych odpadków, które następnie umieszczam na płótnie z zamiarem ukazania zmienności natury oraz dokonuję próby odtworzenia jej pochodzenia, dynamizmu i jednocześnie statyczności. W niektórych przypadkach połączenie elementów pobranych z natury i kontekstu miejskiego przyczynia się do kreowania ambiwalentnych krajobrazów, naturalnych i sztucznych. Pnie drzew, które można porównać do zmieniających się części ludzkiego ciała, oraz materiały organiczne podlegające wiecznym przemianom.
Badanie sztuki i natury jest tematem o dużym znaczeniu i złożoności, które odzwierciedla rosnącą świadomość krytycznej relacji między człowiekiem a środowiskiem naturalnym. Starałem się rozwijać ten dialog poprzez różne podejścia, od estetycznej eksploracji krajobrazu i form naturalnych, przez krytykę destrukcyjnych praktyk środowiskowych, po szerszą refleksję na temat zrównoważonego rozwoju i wzajemnych powiązań między wszystkimi formami życia. Poprzez moje prace nie ograniczam się do przedstawiania natury, lecz wykorzystuję ją jako surowiec, pokazując, jak natura może być zarówno tematem, jak i użyteczna w dziele sztuki.
Podjąłem również temat z bardziej koncepcyjnym i krytycznym podejściem, zastanawiając się nad konsekwencjami działania człowieka na środowisko. Moje prace dotyczące zmian klimatycznych, utraty bioróżnorodności czy zanieczyszczenia są przykładami tego, jak sztuka może działać jako katalizator dla świadomości ekologicznej i publicznej debaty.
Badanie korelacji między naturą a sztuką to dynamiczna dziedzina głęboko związana z najpilniejszymi kwestiami naszych czasów. Eksplorując tę relację, starałem się nie tylko ujawnić piękno i kruchość świata naturalnego, ale także przemyśleć naszą rolę jako istot ludzkich w złożonym i wzajemnie zależnym ekosystemie.
Dzieło Pop Doberman
Pop Doberman rozumiem jako obraz lub pomysł łączący estetykę pop-artu z ikonografią dobermana, rasy psów kojarzonej z siłą i elegancją. Umieszczenie dobermana w kontekście pop-artu – wraz z typową dla niego jasną, kolorową i stylizowaną estetyką – jest sposobem na skomentowanie fascynacji współczesnej kultury obrazem władzy i bezpieczeństwa.
Ten gest może służyć krytyce współczesnej kultury, która często wynosi na piedestał obrazy siły i dominacji, przekształcając je w symbole statusu. Doberman w ironiczny sposób może reprezentować lęki i obawy współczesnego społeczeństwa, które szuka bezpieczeństwa poprzez kontrolę i potęgę. Połączenie z elementami pop-artu wzmocnia tę krytykę, pokazując, jak kultura popularna wywyższa pewne symbole.
Dzieło jest przykładem tego, jak silny i rozpoznawalny obraz może być zmodyfikowany w celu eksploracji złożonych tematów, takich jak władza, strach i kultura popularna. Poprzez estetykę i techniki pop-artu, doberman może zostać zmieniony w symbol, który odnosi się do dynamiki społecznych i kulturowych naszych czasów.
VIII. Seria Obrazy Wodne
Woda jako element symboliczny i materiałowy odgrywa znaczącą rolę w mojej sztuce. Eksploruje życie, duchowość, zmiany klimatyczne, pamięć i przepływ czasu. Woda jest wszechstronnym medium, które może być przekształcane i interpretowane w wielu różnych formach, tworząc kształty, które głęboko angażują odbiorcę.
W niektórych moich pracach woda jest używana jako symbol życia, płodności i odrodzenia.
W odpowiedzi na globalne obawy dotyczące zmian klimatycznych i kryzysów środowiskowych, oczywiście poruszam kwestie ekologiczne, mając na celu uświadomienie społeczeństwa o kruchości ekosystemu i pilności ochrony zasobów wodnych naszej planety.
Woda jest również silnym symbolem pamięci i historii. W wielu kulturach woda jest kojarzona z przeszłością, płynącym czasem i pamięcią zbiorową. Prace te przywołują nostalgię, wspomnienia i upływ czasu.
Woda to znacznie więcej niż tylko element naturalny; jest potężnym i wszechstronnym symbolem, który pozwala mi badać szeroki zakres tematów, od ekologii po duchowość, zachęcając odbiorców do refleksji nad kondycją ludzką, naturą i naszym stosunkiem do otaczającego nas świata.
IX. Seria Longo
Dwa dzieła Zanurzenie kulturowe i Logo Longo, które stworzyłem w 2022 roku, były prezentowane w Bolonii podczas mojej wystawy indywidualnej pod tytułem Dall’Industria alle opere di Marco Angelini, zorganizowanej w Muzeum Dziedzictwa Przemysłowego.
W tej serii prac interakcja między sztuką a codziennością staje się centralnym punktem mojej twórczości. Dzieła inspirowane historią firmy Longo nie są tylko hołdem dla Giorgio Longo, szefa jednej z przemysłowych potęg włoskiego boomu gospodarczego, lecz wyrażają zdolność przekształconych przedmiotów do istnienia poza ich pierwotnym użyciem. Przemienione dzieła nie są już związane z jednym, określonym znaczeniem, lecz otwarte na nieskończone interpretacje przez epoki.