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water painting (2015) – cm 120×180
Reviews
In his paintings, Marco Angelini, takes on issues of human relations and cultural diversity, looks at the processes of constant transformation and flows of information, capital and images. This area of interest seems somewhat natural, given the sociological education of the artist. Liquidity is one
[ Read more ]In his paintings, Marco Angelini, takes on issues of human relations and cultural diversity, looks at the processes of constant transformation and flows of information, capital and images. This area of interest seems somewhat natural, given the sociological education of the artist. Liquidity is one of the most important characteristics of his paintings, perfectly reflecting the nature of the modern world, which is in the process of multiple and multi-directional transformations. The artist works in painting cycles, sometimes several at the same time, but clearly and carefully separates each in formal terms: using similar spot shake, line directions, using similar materials, highlighting the colour relationship. For the attentive audience, it is impossible not to notice the similarities linking images of the same series. The variety of liquids constellations seems even more intriguing as Marco Angelini uses only on abstraction, primarily allusive, inviting coincidence onto the image plane, then subjecting it to various painting treatments. Liquid part of his image is of course the paint, the flowing pigment, but the water phenomenon and processes of circulation are also symbolically or very directly referenced by other forms, matters: tubes, funnel shape, “pipelines”, “watercourses” regulated or freely flowing. Issues of liquidity are mainly touched upon in the series: “abstract forms” (2014) “Autonomous ties” (2014), the series “Abstract illustrations” or earlier series – “Ah un tempo”, “Pregnant Silence”. The clearest and most literal liquidity is revealed, however, in the latest series of works, “Water painting” (2015).
Marco Angelini in a particular manner focuses, thickens, exposes the matter, making it the primary means of expressions. The painting plane turns into a meeting place for the forms and materials, signs and meanings. Images are in fact assemblages: close-ups, seemingly random, but with a deeper insight – well-considered, made of a variety of raw materials, primarily those from re cycling: iron, aluminum, paper, cellophane, polystyrene foam, nails, screws, audio tapes, photographic film … On the “physical” layer, he usually pours liquid pigments, dyes, adhesives and less – solid matter: metals and plastic, which integrate, unify, unite, become “mediators” linking the whole composition. You could say that is some symbolic way Marco Angelini refers to the physical and chemical quality of the water as a universal solvent. In the series “Water painting” Marco Angelini very clearly refers to the phenomenon of water through a clear emphasis on liquidity of the pigment. Also, in the space of associations, we find water clues: estuaries, waterways and meanders, whirlpools and river vessels. Abstract, as we still remain in the artist’s favourite domain of irrepresentability, landscapes of liquidity and tangible materiality of the quasi-water matter. His artistic proposal is seen as unifying two opposite approach: “analytical”, “scientific” and spontaneous and exuberant. It is an attempt to discipline, recognize with a painterly gesture the expression of easy, free, liquid watercolor element. “Water painting” reflect a combination of opposition also in the perspective of colours: the series is built on the chromatic contrast of yellow and blue.
InSPIRACJE 11 – O K S Y D A N – On the fluid empathetic side of life
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Marco Angelini, con lo scopo di approfondire relazioni umane insieme a diversità culturali, osserva processi di trasformazione costante per trarne flussi, capitali informativi, ed immagini. In questa regione comunicativa l’artista è a suo agio per il background sociologico dal quale raramente prescinde. Liquidità diventa quasi un manifesto nei suoi lavori, per quella sua capacità di riflettere quella natura intrinseca del mondo post–moderno così densa di trasformazioni molteplici e multi–direzione. Vediamo allora lavorare l’artista a cicli pittorici, talora dissimili al tempo stesso, pur chiaramente e accuratamente separati ognuno nei propri linguaggi formali: questo per merito di similari fulcri scossi del tratto, delle linee di direzione, della similarità di materiali, non dimenticando mai di esaltarne la correlazione cromatica. Ad un pubblico attento non sfuggiranno le similarità volte a collegare immagini della stessa serie. Una varietà di costellazioni liquide che intrigano ancor più per quell’utilizzo imponente di astrazione, soprattutto allusiva, che invita alla convergenza sul piano d’immagine, per sottoporla in seguito a trattamenti pittorici eterogenei. Parte liquida dell’immagine è certo la vernice, nella sua versione di pigmento fluido, laddove il fenomeno d’acqua e i suoi relativi processi circolatori vengono altrettanto suggeriti da forme d’argomentazione sia simboliche che dirette: tubi, sagome ad imbuto, “condotte”, “corsi d’acqua” regolati o liberi nel loro fluire. Liquidità è soprattutto affrontata nelle serie: “abstract forms” (2014) “Autonomous ties” (2014), “Abstract illustrations” o nelle precedenti — “Ah un tempo”, “Pregnant Silence”. Liquidità spontanea e letterale è tuttavia rivelata nella sua ultima serie di lavori, “Water painting” (2015).
Concentrarsi, addensarsi e quasi esporre la materia è dunque la peculiarità di Marco Angelini, il quale è in grado di renderla in tal maniera mezzo principale di comunicazione. Il piano pittorico si trasforma in punto di incontro di forme e materiali, insieme a segni e significati. Immagini sono presto svelate come assemblaggi: fatte di primi piani, apparentemente casuali, in realtà con intuizione profonda — ponderata, creata da un’ampia gamma di materie prime, provenienti soprattutto dal riciclo: ferro, alluminio, carta, cellofane, schiuma di poliuretano, chiodi, viti, nastri audio, pellicole fotografiche … sullo strato fisico, egli è solito sversare pigmenti liquidi, coloranti, adesivi, e un po' meno — materiali solidi come metalli e plastica, che nel loro integrarsi e fondersi riescono ad unire, diventando “mediatori” in grado di collegare l’intera composizione. Potremmo affermare che in modo simbolico Marco Angelini si riferisce alla qualità fisica e chimica dell’acqua come fluidificante universale. Nella serie “Water painting” (2015), Angelini si riferisce proprio al fenomeno dell’acqua per mezzo di un’enfasi diretta sulla liquidità del pigmento. Nello spazio associativo creato troviamo altre tracce d’acqua: estuari, rivi e meandri, vortici e battelli fluviali. Astrattamente, visto che rimaniamo nel dominio preferito dall’artista dell’irrappresentabilità, paesaggi liquidi e materialmente tangibili della materia quasi–acqua. La proposta artistica si esplicita qui nell’unificare due approcci antitetici: “analitico” e “scientifico” vs. spontaneo ed immediato. È dunque un modo per l’artista di disciplinare, di riconoscere attraverso il gesto pittorico l’espressione di un semplice, libero e liquido elemento d’acqua. “Water painting” riflette una combinazione di contrasto anche nella prospettiva di colore: la serie è strutturata sul contrasto cromatico di gialli e blu.
InSPIRACJE 11 – O K S Y D A N – On the fluid empathetic side of life
Translation from English by Romina Fucà
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